L'odore della notte di Andrea Camilleri
A Vigàta è tornato l'inverno. Mimì Augello, il braccio destro del commissario Montalbano, sta forse cedendo al matrimonio. Il commissario non è più un ragazzino e lo si avverte perché i segni lasciati da tutte le inchieste passate riaffiorano con i colori della nostalgia, ad ogni passo di quest'ultimo caso. Un caso anomalo in cui Montalbano non è il titolare ma ci si intrufola, e il cadavere non compare subito.
Da siciliana non posso non amare Camilleri.
Il suo modo di scrivere rende la lettura piacevole e leggera, e, non nego, che mi sia capitato di ridere sola a qualche affermazione di Montalbano.
Nonostante ciò, riesce a farti riflettere su argomenti importanti.
Un passo in particolare mi è rimasto impresso di questo romanzo:
"《... Il dottor Pasquano dice che si tratta di un'arma di piccolo calibro.》
Zito si fermò, non aggiunse altro. Guarnotta fece la faccia imparpagliata.
《Ebbene?》.
《Ecco, non le pare un'arma anomala per la mafia?》.
Guarnotta fece un risolino di compatimento.
《La mafia adopera qualsiasi arma. Non ha preferenze. Dal bazuka alla punta di uno stuzzicadenti. Lo tenga presente》.
Si vide la faccia alloccuta di Zito. Evidentemente non arrinisciva a spiegarsi come uno stuzzicadenti potesse addivintare un'arma letale.
Montalbano astutò il televisore.
《Tra queste armi, caro Guarnotta》 pinsò. 《Ci sono magari quelli come a tia, giudici, poliziotti e carrabbinera che vedono la mafia quando non c'è e non la vedono quando c'è 》.
Ma non voleva farsi prendere dalla raggia. Si susì. I mirluzzeddri lo stavano aspittando."
A Vigàta è tornato l'inverno. Mimì Augello, il braccio destro del commissario Montalbano, sta forse cedendo al matrimonio. Il commissario non è più un ragazzino e lo si avverte perché i segni lasciati da tutte le inchieste passate riaffiorano con i colori della nostalgia, ad ogni passo di quest'ultimo caso. Un caso anomalo in cui Montalbano non è il titolare ma ci si intrufola, e il cadavere non compare subito.
Da siciliana non posso non amare Camilleri.
Il suo modo di scrivere rende la lettura piacevole e leggera, e, non nego, che mi sia capitato di ridere sola a qualche affermazione di Montalbano.
Nonostante ciò, riesce a farti riflettere su argomenti importanti.
Un passo in particolare mi è rimasto impresso di questo romanzo:
"《... Il dottor Pasquano dice che si tratta di un'arma di piccolo calibro.》
Zito si fermò, non aggiunse altro. Guarnotta fece la faccia imparpagliata.
《Ebbene?》.
《Ecco, non le pare un'arma anomala per la mafia?》.
Guarnotta fece un risolino di compatimento.
《La mafia adopera qualsiasi arma. Non ha preferenze. Dal bazuka alla punta di uno stuzzicadenti. Lo tenga presente》.
Si vide la faccia alloccuta di Zito. Evidentemente non arrinisciva a spiegarsi come uno stuzzicadenti potesse addivintare un'arma letale.
Montalbano astutò il televisore.
《Tra queste armi, caro Guarnotta》 pinsò. 《Ci sono magari quelli come a tia, giudici, poliziotti e carrabbinera che vedono la mafia quando non c'è e non la vedono quando c'è 》.
Ma non voleva farsi prendere dalla raggia. Si susì. I mirluzzeddri lo stavano aspittando."
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