
Girando per Palermo ogni parte di essa ti racconta un pezzo di storia!
Ad ogni angolo c'è un monumento o una chiesa da visitare!
È bello anche passeggiare per i mercati tipici palermitani-quello di Ballarò, del Capo o della Vucciria- dove puoi sentire i mercanti "abbaniare" la loro merce!
Poi la gente qui, per la maggior parte, ha quel modo di fare tipico della gente del sud: fraterno, giocoso, "babbiusu" !
Questo è quello che amo di Palermo!
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Mondello |
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La Vucciria |
Poi però riflettendo e osservando bene, e vivendola giorno per giorno, mi rendo conto che non sfruttiamo al massimo il potenziale della nostra città!
Non la rispettiamo, perché pensiamo che tutto ci sia dovuto da qualcuno (che sia il politico di turno o chiunque altro a cui dare la colpa di tutto ciò che non va)!
Non riusciamo a prenderci le responsabilità di risollevare le parti più degradate di questa città!
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La Cattedrale |
Non riusciamo a scontrarci con il sistema mafioso che la governa da secoli, e che è il cancro della società (palermitana e non)!
Non riusciamo a combattere l'omertà che regna sovrana!

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Teatro Massimo |
Credo che la mia voglia di viaggiare e di scoprire nuovi luoghi e nuove culture, mi aiuti a convivere con la mia città, ma allo stesso tempo trovo molto triste il fatto che tutto rimane sempre com'è, senza mai mutare!
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Palermo vista da Monte Pellegrino |
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Castello Utveggio |
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Foro Italico |
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Il genio |
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Mercato del Capo |
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Piazza pretoria o Piazza della Vergogna |
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore“. Peppino Impastato
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