Mi blocco a guardare fuori dal finestrino del treno.
Lo sguardo perso nel vuoto.
Al
buio delle gallerie, si alterna la luce del sole.
E' una giornata calda di inizio marzo.
Tra poco ricominceranno le lezioni all'università e la solita
routine.
Guardando
fuori penso a come è cambiata la mia vita, a come sono cambiata io, ma, cosa
più importante, a quanto sia grande dentro di me la voglia di cambiare ancora.
Allora
vorrei solo che il treno non si fermasse, vorrei che mi portasse via da qui,
lontano ...
...
lontano dalla routine, dai soliti luoghi, dai soliti volti, da
quella che definiamo "civiltà".
Immagino che
ad un certo punto le porte del treno si aprano e mi ritroverei davanti le
spiagge sconfinate di Santa Monica, o lo spettacolo delle rocce del Grand
Canyon all'alba, o ancora il mare azzurro e cristallino della Polinesia o dei
Caraibi.
Solo
così mi sentire veramente LIBERA.
Poi
però le porte si aprono veramente e mi trovo davanti semplicemente la squallida
stazione della metro: sono arrivata all'università, devo tornare al mondo
reale.
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