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Dalla Fattoria degli animali di George Orwell

"(...) I Sette Comandamenti
1. Tutto ciò che va su due gambe è nemico.
2.Tutto ciò che va su quattro zampe o possiede ali è amico.
3.Nessun animale indosserà vestiti.
4.Nessun animale dormirà in un letto.
5. Nessun animale berrà alcolici.
6. Nessun animale ucciderà un altro animale.
7. Tutti gli animali sono uguali.
(...)

(...) Pochi giorni dopo, quando il terrore provocato dalle esecuzioni si fusenza motivo". Strano a dirsi, le ultime due parole erano sfuggite di mente agli animali. Però costatarono che il comandamento non era stato violato: era chiaro, infatti, che esisteva un buon motivo per uccidere dei traditori in combutta con Palladineve. (...)
attenuato, alcuni animali ricordarono - o credettero di ricordare- che Sesto Comandamento imponeva: "Nessun animale ucciderà un altro animale". E, anche se si guardavano bene dal parlarne quando i cani o i maiali potevano sentirli, avevano al sensazione che le uccisioni avvenute mal s'accordassero con questo principio. Trifoglio chiese a Beniamino di leggerle il Sesto Comandamento; e quando, come al solito, Beniamino rispose che non intendeva immischiarsi in faccende del genere, andò a cercare Muriel. E Muriel le lesse il Comandamento. Diceva: "Nessun animale ucciderà un altro animale

 (...) "Signori" concluse Napoleone "voglio riproporre il brindisi di prima, ma in forma diversa. Riempite i boccali fino all'orlo. Signori, ecco il mio brindisi: Alla prosperità della Fattoria Padronale!." Il clamoroso applauso si ripeté e i boccali furono vuotati fino alla feccia. Ma agli animali che dall'esterno fissavano la scena sembrò che stesse accadendo qualcosa di bizzarro. Cos'era cambiato nelle facce dei maiali? (...) Poi, quando l'applauso terminò e la comitiva riprese le carte per continuare la partita interrotta, gli animali si allontanarono in silenzio.Ma dopo neanche venti metri si fermarono di colpo. Dalla casa giungeva un gran clamore di voci. Tornarono precipitosamente sui loro passi e ripresero a guardare dalla finestra. Sì, era scoppiata una lite violenta: urla, pugni sul tavolo, sguardi incattiviti dal sospetto, contestazioni furiose. L'apparente motivo di quel parapiglia era che napoleone e il signor Pilkington avevano giocato entrambi, simultaneamente, l'asso di picche. Dodici voci urlavano rabbiose, ed erano tutte uguali. Non c'era più alcun dubbio su ciò che era successo alla faccia dei maiali. Dall'esterno le creature volgevano lo sguardo dal maiale all'uomo, e dall'uomo al maiale, e ancora dal maiala all'uomo: ma era già impossibile distinguere l'uno dall'altro.

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