Passa ai contenuti principali

Miti e leggende dei Sioux: L'Orco- serpente

Un giorno un giovane guerriero, sentendosi in disaccordo col mondo in generale e desiderando sbarazzarsi di tale stato d'animo, lasciò il villaggio della sua gente e si avventurò nella foresta.
Arrivò a un'ampia distesa, nel mezzo della quale sorgeva un'alta collina, verso cui si avviò, deciso a salire sulla cima per scrutate l'orizzonte; mentre avanzava, scorse un altro uomo che veniva verso di lui.
I due s'incontrarono sulla cima, e per qualche istante si osservarono reciprocamente in silenzio; quindi lo sconosciuto parlò per primo, e con voce grave invitò il giovane ad accompagnarlo nella sua capanna e a cenare insieme a lui.
Il guerriero accettò l'invito, e così procedettero nella direzione indicata dallo sconosciuto.
Nell'avvicinarsi alla capanna, il giovane notò con una certa sorpresa che davanti al suo ingresso c'era un gran mucchio d'ossa, e dentro vide una vecchia che si affaccendava attorno a un pentolone.
Quando apprese che la cena sarebbe stata di tipo cannibalesco, si rifiutò di parteciparvi, e così la vecchia gli preparò del granoturco bollito, al tempo stesso informandolo che lo sconosciuto altro non era che un Uomo-Serpente, una specie di orco che uccideva e divorava gli esseri umani.
Poiché il guerriero era giovane e bello, la vecchia ne ebbe compassione, dolendosi del fatto che lo avrebbe colto se non fosse sfuggito agli inganni dell'Uomo-Serpente.
"Ascolta, ti dico io cosa fare" gli disse. "Ecco dei mocassini; quando viene il mattino, calzali e fai un passo, e ti ritroverai su quel promontorio che vedi laggiù. Dai questo foglio all'uomo che incontrerai là, e lui ti darà ulteriori istruzioni. Ricorda però che, per quanto lontano tu posso andare, a sera l'Uomo-Serpente ti raggiungerà. Quando avrai finito coi mocassini, toglili, mettili per terra rivolti in questa direzione e quelli torneranno a casa."
"Tutto qua?" chiese il giovane.
"no" rispose la vecchia " prima di andare via devi uccidermi, e mettere un mantello sulle mie ossa".
Il giovane fece quanto gli era stato detto.
Per prima cosa uccise la vecchia, ed eliminò i suoi resti secondo le sue istruzioni; quindi, al mattino; calzò i mocassini magici e con un grande passo raggiunse il distante promontorio, dove incontrò un vecchio.
Questi prese il foglio dalle sue mani, gli dette un altro paio di mocassini e gli indicò un altro punto molto lontano dove avrebbe dovuto consegnare un altro foglio a un uomo che lo attendeva là.
Girati i primi mocassini nella direzione dalla quale era venuto, il giovane calzò l'altro paio e con un altro passo da gigante arrivò alla seconda tappa del suo viaggio.
Trovò un altro uomo, gli consegnò il foglio e ricevette un altro paio di mocassini, con l'istruzione di recarsi in un altro punto con un altro foglio.
La cosa si ripeté altre due volte, ma quando consegnò il messaggio per la quarta volta fu accolto in maniera diversa: "Laggiù in quella villetta" gli disse il destinatario del foglio "c'è un torrente. Entra nel torrente e cammina dritto, ma non guardare l'acqua".
Il giovane fece come gli era stato detto, e in breve si ritrovò sull'altra riva del torrente; camminò risalendo la corrente, e  sera giunse in un punto in cui il piccolo corso d'acqua entrava in un lago.
Rasentandone le sponde, si ricordò le parole della vecchia, la quale l'aveva avvertito che, a sera, l'orco lo avrebbe raggiunto.
Pertanto, si tramutò in un pesciolino dalle pinne rosse che nuotava nel lago.
Dalla riva l'Uomo-Serpente vide il pesciolino e gridò: "Pesciolino Hai visto la persona che sto cercando? Se un uccello fosse volato sopra il lago avresti dovuto vederlo, l'acqua è così calma!".
"No, non ho visto nessuno" rispose il Pesciolino Rosso. "Se però passa da queste parti ti avverto".
Così, l'Uomo-Serpente proseguì verso valle, e lungo il percorso incontro un piccolo rospo grigio: "Piccolo Rospo" gli chiese, "hai visto quello che sto cercando? Se anche di qui fosse passata un'ombra avresti dovuto vederla".
"Si, l'ho visto" rispose il Piccolo Rospo, "ma non so dirti da che parte sia andato".
L'Uomo-Serpente tornò sui suoi passi, e visto nell'acqua bassa un grosso pesce gli chiese: "Hai visto l'uomo che sto cercando?".
"E' quello con il quale hai parlato poco fa" rispose il Pesce, e l'Uomo-Serpente tornò indietro ancora una volta.
Incontrato un topo muschiato, gli chiese se avesse visto l'uomo che andava cercando, poi, colto da un sospetto, disse: "Mmh, penso che tu sia lui".
Il Topo Muschiato, però, di lamentò dicendo: " Proprio ora la persona che vai cercando è passata sulla mia capanna e l'ha rotta".
Così l'Uomo-Serpente proseguì, e incontrò una tartaruga dal ventre rosso.
Anche a lei rivolse la solita domanda, e quella rispose che avrebbe trovato l'oggetto della sua ricerca più avanti.
"Attento, però" aggiunse, "Se non lo riconoscerai, ti ucciderà".
Seguendo la corrente, l'Uomo-Serpente s'imbatté in una grossa rana verde che galleggiava nell'acqua bassa.
"E' da stamattina che cerco quella persona, e penso che tu sia lui" le disse, ma la Rana calmò i suoi sospetto rassicurandolo: "La incontrerai più a valle".
L'Uomo-Serpente trovò quindi una grossa tartaruga che galleggiava su un lago e saltandole sul dorso, disse: "Tu devi essere la persona che cerco" e si preparò a colpire.
"No, non sono io" disse la Tartaruga "La prossima persona che incontrerai sarà lui, ma stai attento, che sé non lo riconoscerai ti ucciderà".
Andato ancora un pò oltre, l'Uomo-Serpente cercò di attraversare il torrente funestato da un gorgo.
per quanto fosse astuto, in quelle acque non riuscì a riconoscere il suo nemico, cosicché il gorgo lo tirò giù e lo fece annegare.
Fu così che il giovane riuscì ad uccidere l'orco che per tutto il tempo aveva cercato di ammazzarlo."


 


Commenti

Post popolari in questo blog

ANIMALI TOTEM DEI NATIVI AMERICANI: IL PUMA

Il puma (o leone di montagna) è il simbolo per eccellenza della pura forza. Questa può naturalmente venire usata a scopi benefici, come possiamo vedere nel caso dei capi o guide ispirati da saggezza, oppure per fini e interessi personali, servendo per veri abusi di potere. Chi osservi con attenzione i movimenti sinuosi, forti ed eleganti di questo grosso felino, può comprendere e imparare come corpo, mente e spirito possano essere portati in uno stato di completa armonia. Dobbiamo comunque comprendere anche che più energia un individuo ha a disposizione, più diventa difficile e complesso saperla gestire e farne un uso equilibrato e ragionevole. Il puma ci spinge a tenere fede alle nostre convinzioni più profonde e di attenerci sempre alla verità: queste sono le qualità che caratterizzano una persona in grado di comandare o guidare gli altri. Ottenere una posizione di comando comporta però anche grandi difficoltà; per esempio è molto difficile riuscire as accontentare sempre tutti,

GLI ANIMALI TOTEM DEI NATIVI AMERICANI: L'ORCA

L’orca rappresenta la Coscienza Cosmica.  Essa crea un ponto verso altri mondi e in questo modo aiuta ad incarnare la coscienza dell’universo. Favorisce inoltre l’espansione spirituale ed incanala le energie aggressive e cattive, trasformandole in energia positiva, azione e creatività.

GLI ANIMALI TOTEM DEI NATIVI AMERICANI: L'AQUILA

L'aquila è un'impersonificazione della forza divina: essa vola in alto nel cielo, più di ogni altro essere vivente,avvicinandosi così al Grande Spirito. Librarsi a queste altezze le consente di avere una visione dell'insieme delle cose della vita. L'insegnamento dell'aquila è di riconoscere il senso delle cose che accadono, il disegno che si esprime nelle vicende della vita, sia nei momenti di luce che in quelli d'ombra. Ciò significa saper considerare sia gli eventi positivi che quelli negativi come esperienze che ubbidiscono ad una volontà superiore e aiutano a sviluppare la nostra consapevolezza. La forza dell'aquila richiede quindi come condizione preliminare per essere conseguita la fiducia nella volontà divina: un uomo può arrivare ad ottenerla solo attraverso dure prove e grande forza d'animo. Fin dai tempi antichi gli sciamani hanno usato penne d'aquila per curare l'aura di persone malate. Vincete le vostre paure, spingete lo sguard